novembre 2013
A qualche mese dall’inizio del progetto, che ha preso il via nel giugno 2013 con l’ambizioso obiettivo di riportare l’acqua potabile da bere ad almeno 20mila persone nel Mali del Nord (distretti di Gao e Bourem), i primi risultati sono già importanti, come sottolinea Giovanni Armando: «Su 45 pozzi, ad oggi sono già 22 le strutture riabilitate e di nuovo utilizzabili.
Ora stiamo verificando la portata dei pozzi e la qualità dell’acqua. Secondo le indicazioni della Direzione Nazionale dell’Acqua e in base agli standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dobbiamo arrivare a garantire almeno 15 litri d’acqua potabile al giorno a persona.
L’accesso all’acqua deve inoltre rispondere a determinati criteri: l’acqua è ragionevolmente accessibile per la popolazione di riferimento se si situa a non più di 500 metri di distanza dai villaggi e se i tempi di attesa alla fonte non sono superiori alla mezz’ora».

Parallelamente alla riabilitazione delle infrastrutture idriche, si lavora sulla sensibilizzazione igienico-sanitaria. Un’équipe di otto animatori (2 per zona) lavorano sul terreno accompagnati dai tecnici idrici. «Questa équipe ha identificato una rete di animatori volontari in ogni villaggio che informano la popolazione e accompagnano la formazione sulla gestione dell’acqua: come usare i recipienti e le taniche per la conservazione dell’acqua, come far bollire e filtrare l’acqua, ecc. LVIA ha già proceduto con la distribuzione di 1.125 filtri ad altrettante famiglie (25 per villaggio) e prossimamente si distribuiranno le taniche.

Entro dicembre – conclude Armando –  termineremo la riabilitazione di tutti i pozzi previsti e faremo una campagna di sensibilizzazione con una troupe teatrale che si sposterà in piroga lungo il fiume. Il rischio colera sarà, infatti, sempre alto fino a quando le persone continueranno ad utilizzare l’acqua del fiume».

L’intervento è promosso da LVIA insieme ai partner Tassaght e CISV e con il sostegno di ECHO.